Ieri avevo nel cuore gli ingredienti che rendono buona un'amicizia... O, almeno, quelli che negli anni hanno reso migliori le mie, nonostante le liti. Oggi, però, mangiamo un piatto diverso: decisamente meno dolce, più moderno. Un argomento magari più sapido.
Tinder. La frontiera dell'accoppiamento.
Tinder. Il "bar" virtuale.
Tinder. La vetrina del sesso.
Cos'è 'sto benedetto Tinder? Se ne sente parlare da tempo ormai e, da single, almeno una volta al mese mi è stato nominato, nel bene e nel male.
Già, perché Tinder non è per tutti la stessa cosa... La sua funzione cambia persino in base allo Stato: in Italia, alcuni mi dicono, è un mezzo per fare sesso.
"Se sei su Tinder vuol dire che la vuoi dare."
"Su Tinder trovi la scopata e via."
E la mia preferita: "Le porcone stanno su Tinder."
Commenteremo poi queste profonde parole.
Partiamo dall'origine di Tinder: questa bella app è la cugina etero di quell'applicazione in auge da tempo nel mondo omosessuale, Grindr.
Mi sono fatta raccontare la storia da una coppia gay che si è conosciuta proprio via Grindr.
Mi spiegano che il cotreggiamento è molto più diretto e meno complesso: le carte le metti in tavola subito, così da stabilire se si è in sintonia. Mi raccontano anche che sin dalle prime domande si cerca di capire se c'è compatibilità (sul piano sessuale, con domande dirette, mi dicono).
Da come parlano capisco che, effettivamente, la loro comunicazione è più efficace di quella che conosco io. Eppure, mi dico, se questa comunicazione un maschio eterosessuale la prova con una ragazza eterosessuale, è probabile che si becchi del porco in un millisecondo.
Continuo a farmi illuminare dai due ragazzi su come funziona l'incontro by applicazione e su quanto diversa dalla "norma" (benché la norma non esista) sia stata la loro esperienza.
Di solito, fatte le domande di rito sulle aspettative e le prefernze sessuali, mi dicono, si passa all'invio delle fotografie: se ci si piace, si passa all'incontro in carne ed ossa. Non necessariamente nel giro di poche ore, ma non è improbabile.
La coppia con cui parlo, però, non si è incontrata subito e, dal principio, ha messo il veto sul sesso subito: volevano compagnia e non solo sesso. Tutti e due d'accordo; passa un po' di tempo e l'amore diventa concreto. Ora stanno insieme da anni e convivono. Mi dicono di essere una rarità, ma sono così in sintonia che gli dico esplicitamente che li invidio in modo patetico e che gli sarei grata se mi presentassero qualcuno.
"Abbiamo solo amici gay."
"Quindi, che faccio? Mi iscrivo anche io a Tinder?"
"NO! Su Tinder ci vai se vuoi scopare e basta."
"Ma magari con gli etero è diverso."
"No, tesoro, con gli etero è peggio. Perché gli etero se ti vedono su Tinder pensano che tu sia una mignotta. Ti giudicano."
"E gli omosessuali non ti giudicano?"
"Non come fanno gli etero."
Questa cosa avrei dovuto approfondirla, ma la conversazione si è estesa e sono arrivati altri pareri.
La differenza principale che ho notato è stata che l'etero che si è intromesso mi parlava di Tinder elevando la sua posizione di conquistatore selettivo. Un giudicone che, mentre fa scorrere le foto delle ragazze per mettere "mi piace" o "non mi piace", commenta con "sei un cesso. Tu sei un troione. Questa è figa. Questa è vecchia..." e via dicendo.
La cosa mi basisce lievemente, soprattutto perché l'uomo in questione ha cercato di mostrarmi un'immagine di sé molto diversa dal patetico morto di patata con lo spessore della carta forno. Probabimente le due immagini (l'uomo interessante, appassionato di musica e con sinapsi attive e quella dell'amatore distaccato con gusti raffinati e esteta di livello sopraffino) non coincidono e, nel tentivo di raccontarci quanto rifugga le relazioni e quante belle pulzelle abbia selezionato da Tinder, gli è sfuggito il controllo delle cose.
Dopo aver sentito i peggio commenti sulle povere donne presenti su Tinder, tornando a casa rifletto sulla questione: fermo restando che nel sesso senza impegni non ci vedo nulla di problematico, al momento non sono molto interessata. Se mi iscrivessi a Tinder lo farei perché gradirei incontrare gente nuova e ultimamente la cosa si sta rivelando difficile. Ma, da quello che ho capito, su Tinder non funziona così: se il mi piace arriva, significa che il primo passo verso l'accoppiamento è stato fatto. Dopo di che, ognuno per i fatti suoi. Ripeto, niente di male: ma quel tipo di interazione la posso ottenere anche comprandomi un vibratore e, per ora, ho più voglia di conoscere qualcuno che parlare con un pene. Per di più, su Tinder ci si seleziona per foto: questo vuol dire che gli iscritti possono vedere la tua foto. Ora, per associazione, se il pensiero comune è che chi si iscrive a Tinder è lì per accoppiarsi e lo annuncia pubblicamente, non è il caso che io comunichi un messaggio del genere. Per di più sarebbe una balla.
Tinder non fa per me.
La cosa mi viene confermata da un mio carissimo amico e dal suo fidanzato dieci giorni dopo, i quali validano la descrizione che mi è stata precedentemente datta dell'applicazione. Tinder è per il sesso e basta.
Okay, per ora depenno Tinder.
Poi accade l'imprevisto: ad un matrimonio salta fuori l'argomento Tinder e io mi sento ferratissima. Dopo la mia indagine è chiaro che in Italia l'immagine dell'applicazione è quella di un marciapiede virtuale su cui ci si incontra e ci si sceglie per fare sesso. E INVECE NO!
La confusione mi viene creata quando i presenti demoliscono ogni mia certezza, invitandomi ad iscrivermi e raccontandomi che diversi loro amici hanno trovato lì i loro attuali compagni.
"X ha conosciuto Y su Tinder. Non è vero che se sei lì è solo per scopare..."
"Z e W si sposano... E si sono incontrati su Tinder."
"Sono, però, l'eccezione. A me hanno detto un po' tutti che se sei su Tinder l'idea che passa è che cerchi solo sesso."
"A me non risulta."
Stesso messaggio mi viene comunicato da una delle mie più care amiche che attualmente risiede a New York: nell sua crociata verso la mia felicità e nello spingermi a combattere le mie paure e cambiare in meglio la mia vita, mesi fa mi aveva ordinato di iscrivermi a Tinder. Per fortuna o per sfortuna non l'ho fatto.
Ma siamo al punto di partenza. Tinder o non tinder? L'idea cambia da provincia a provincia? Da Stato a Stato? È una visione comune e univoca o la funzione è nella mente di chi la vede così?
Se ti iscrivi a Tinder per trovare solo sesso, penserai che anche gli altri si sono iscritti per quella ragione? E dal punto di vista professionale, quanto è compromettente?
L'amore si trova solo con le vecchie vie? O Tinder era una buona idea che è stata deformata da chi ha deciso che serviva solo per trovare patata?
In genere si dice che la verità stia nel mezzo; forse è così, forse no. Forse ogni volta che sarò a cena con gente che non conosco tirerò fuori l'argomento per allargare la mia indagine.
Una cosa, però, l'ho capita: quando la coppia gay mi ha detto che per loro era più facile, aveva ragione. La funzione per loro era chiara e univoca per tutti. Tutti sapevano perché esisteva l'app e come comunicare. Su Tinder no... Su Tinder c'è il perenne scontro tra chi non vuole nulla e chi vuole tutto e, su Tinder, c'è la presunzione di credere che la propria visione sia quella da applicare a tutti gli altri.
Alla fine a me Tinder sembra solo una trasposizione virtuale dell'incontro reale: un posto in più per conoscersi o per trovare preconcetti e per sentirsi dare della "facile". Se hai il seno grande e un abito scollato, chi ti vede per strada decide che sei una porcella. Se sei su Tinder, idem.
Se usato bene, può essere, invece, un posto in cui entrare in contatto con persone in più... L'occasione fa l'uomo ladro: Tinder portrebbe fare l'uomo o la donna fortunato. Dipendentemente dall'aspettativa e dal modus pensandi con cui lo si approccia.
Mentre scrivevo questo post, ho fatto qualche ricerca e da una divertente e simpatica indagine di Oltreuomo (qui), sembra che a) Grindr e i gay si capisco meglio b) Tinder ha preso la via della vetrina del sesso, spesso a pagamento. E in Tinder, o tutto o niente: o te la darò, in alcune province non gratis, subito... oppure smamma.
In tutta la mia riflessione, però, c'è un enorme e imperdonabile bias: ho avuto solo pareri maschili. La mia amica di NY è sposata e non è iscritta Tinder. Mi è stato offerto lo sguardo maschile su questo mondo virtuale, poi ho avuto la prospettiva gay, ma mi manca di parlare con quelle ragazze che su Tinder si sono iscritte. Se vi capita sfortunatamente di leggere questo post, scrivetemi e raccontatemi il vostro perché, le vostre aspettative e le vostre esperienze!
Il pensiero degli incontri online è quello che frullava nella mia testa quando ho deciso di scrivere un oneshot intitolata "That's a match!": ha richiesto che indagassi un po' sulle modalità di incontro online prima di trovare il sito che trovavo più simpatico.
Nel mio immaginario, per quanto ormai sia parte dell'universo delle relazioni umane, la relazione che nasce online è penalizzata dalla mancanza di diversi canali essenziali nella comunicazione (sarà colpa della mia formazione professionale attuale) e quindi porta a facili distorsioni del messaggio o a un'interazione che rischia di frammentarsi, in cui si perde un pezzo dell'intenzione, che rischia di diventare a volte poco autentica: penso che ci si possa innamorare online? Non lo so, forse: a me non è mai capitato, ma a molti sì e, soprattutto, ho avuto modo di conoscere diverse amiche in questa modalità. Ma di una cosa sono convinta: il virtuale non basta, mai. Non basta come surrogato sociale e non basta nell'incontro d'amore: se c'è una cosa che ho imparato a Gennaio durante un faticosissimo (e emotivamente intensissimo) corso, è che il non verbale arriva alla pancia e al petto con una schiettezza 2000 volte superiore. Conoscersi online può essere bellissimo, ma serve quel piano "animale" da cui non ci possiamo sottrarre per vivere un'esperienza autentica. La forma scritta è splendida, è potente, ma è anche scevra da ogni altro piano comunicativo e è ancora più facile perdere la sfumatura di un messaggio quando espresso solo a lettere: forse, Tinder, in quello si semplifica la vita... Ma non sono proprio sicura che sia in meglio. Ma, non avendone fatto esperienza in prima persona, non posso esprimermi in modo definitivo a riguardo.
Questo post era stato abbozzato e scritto mooooolto tempo fa e non so bene perché poi sia rimasto nelle bozze... Ma era lì, l'ho trovato, l'ho riletto e ho pensato che, per una volta, potevo parlare di qualcosa che non fossero sbrodolate emotive sulla storia, sulle difficoltà e sui ricongiungimenti tra me e i miei migliori amici. E, visto che ieri a quei tre e al nostro superamento del passato ho dedicato un post lungo un km (qualche sviolinata sul sostegno e le risate di oggi era anche per alcuni entrati nella mia vita negli ultimi anni, è vero, ma il grosso della stucchevolezza era per i miei vecchioni), ho pensato che fosse il caso di variare la minesta. Anche perché questo blog conta probabilmente più post zuppi di mie zuccherose riflessioni sui rapporti che di altro... e è il caso di variare topic ogni tanto. E di Tinder, benché passino i mesi, continuo a sentire parlare e emergono ogni volta strati più curiosi...
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