Partiamo con quello già pubblicato nel gruppo la scorsa settimana e poi ne mettiamo uno nuovo...
PER CHI VOLESSE RIMANERE SPOILER FREE SUGGERISCO DI ABBANDONARE LA PAGINA... A seguito potrete leggere due spoiler del prossimo capitolo....
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SPOILERINO Vecchio!
“Tu ti sei rivestito. Perché io devo restare nel mio outfit nature?”
“Per il mio piacere personale.”
“E il mio di piacere?” lo provoco, cercando di spostare l’attenzione altrove.
Lui sorride prima di abbandonare i Cipster a terra: posa le mani
sull’elastico dei suoi boxer e li fa scivolare verso il basso di qualche
centimetro, tenendo gli occhi fissi su di me.
“Cosa fai?”
“Pareggio la situazione.”
E, sempre per restare sui nostri due selvaggi, proseguiamo col nuovo:
“A che pensi?” domanda accarezzandosi con pigrizia la pancia ancora nuda e esaminando il mio viso; la sua semplicità e la sua naturalezza arrivano dritte al mio stomaco […]
“Alex, chi è Andie?”
Non so perché gli faccio proprio questa domanda e non è esattamente ciò a cui stavo pensando, ma le parole prendono forma da sole, dando voce a uno dei misteri che ancora velano il mio coinquilino.
La sua reazione è di stupore, confuso dal cambio di topic e, suppongo, dal fatto stesso che io abbia nominato quel nome.
“Ne hai parlato con tuo fratello l’altra sera.”
mercoledì 3 luglio 2013
lunedì 1 luglio 2013
L'effetto recensione: parte seconda. Da "My way" a "TuttoTondo"
Pare che la mia incostanza si rifletta su tutto quello che faccio, compreso questo povero e scheletrico blog.
Poco male: fortunatamente è il mio blog e qui le scadenze le stabilisco io. Niente scadenze. Mai.
Torniamo a noi e al malefico effetto recensione; in realtà mi sono ricordata di questo post questa notte mentre, distesa nel letto, cercavo di ricomporre i pensieri per lasciare recensioni ad alcune storie che ho letto mesi fa e che - nel mio infinito squallore - non ho ancora commentato. Faccio un po' schifo da sola. Soprattutto se pensiamo che sto scrivendo un post che si intitola "effetto recensione"...
Ma di questo possiamo parlare in un altro momento: torniamo alla storia di TuttoTondo, vi va?
Eravamo rimasti a Maggio 2012, giusto?
Laureata e con poco da fare (seguivo solo due corsi e mi sentivo in vacanza) decido che "My way" ha bisogno di una rinfrescata fatta con un po' di testa. I dialoghi non sono male; un po' ripetitivi, ma si possono salvare.
Ma la parte narrativa (che, lo diciamo anche qui, è ancora il mio tallone d'Achille) lascia molto a desiderare. Gli sviluppi tra Med e Alex sono troppo veloci e forzati.
E, shame on me, quei due sono troppo bidimensionali: Med è una lagna e Alex disgustosamente carino. Sono finti. Sono piatti. Non sono ciò che ricordavo nella mia testa.
Ora, direte voi, se faceva così pena non era più semplice scrivere un'altra storia? Eh, no, perché le emozioni di Med e le sue riflessioni erano una delle cose più autentiche che avessi: c'ho messo dentro tutto quello che negli anni ho sentito, osservato, di cui ho discusso... Le sensazioni di Med erano vere, erano il motivo per cui avevo scritto "My way".
E poi io non so perdere: abbandonare del tutto è inaccettabile.
Tornando su EFP, diversamente da ciò che mi aspettavo, ho ritrovato Letizia (la Beta). Un veloce scambio di messaggi, qualche aggiornamento sulle nostre vite, il tempo di tornare a proprio agio l'una con l'altra e bum: le confesso che voglio sistemare la mia storia.
Io ritengo che l'inzio sia penoso e che gli ultimi capitoli si risollevino un pelo; lei pensa esattamente il contrario.
Ottimo, direi.
Ma va bene, va molto bene: io ho bisogno di qualcuno che mi aiuti a vedere dove sbaglio, dove sto raccontando male, dove sono io che faccio fare qualcosa ai miei personaggi e non l'evoluzione naturale delle loro vicende.
Non quantifico le ore che abbiamo speso ad analizzare i personaggi, gli eventi, i pensieri: Letizia mi suggerisce di programmare capitolo per capitolo cosa succederà... Mi chiede di decidere come finirà la storia... Mi consiglia di creare un documento dettagliato.
Io non faccio nulla di tutto questo, se ve lo state chiedendo: io e la Beta siamo poli opposti in molte cose... l'organizzazione (o assenza di essa, nel mio caso) è una di queste.
Ad ogni modo la revisione parte... e parte anche in quinta, direi. Mozzo dialoghi, aggiungo scene e passaggi, cerco di sentire Med, Bet e Jules... Cerco. Riuscirci è tutta un'altra storia.
Poi, il 10 Giugno 2012, pubblico.
Letizia non c'è: è, forse, ad ammazzarsi di cioccolato Belga... O a lavorare... Non ricordo.
Ma io pubblico. La chiamo "Seducente tavola confusa" (errore che pagherò caro) e pigio pubblica.
La sera sono su Skype con Letizia e attendiamo: non abbiamo grandi aspettative, io di EFP continuo a non sapere molto e lei, invece, conosce abbastanza le dinamiche. Le recensioni si lasciano col contagoccia e la new entry fatica a farsi conoscere.
In realtà, in quel momento, quello che mi faceva respirare a pieni polmoni era l'essere riuscita a farlo: avevo avuto il coraggio di cancellarla, ero riuscita a tornare a pensare come Med e avevo mantenuto il proposito di postare di nuovo la sua storia. Quel giorno contava solo quello... dal giorno dopo no, ma ne parliamo tra qualche riga.
Discutiamo del titolo e lei - ovviamente - lo boccia: da quel momento si dispiegano le 6 ore più difficili della mia esistenza... Completamente prosciugate, non ricordo bene neppure come, si arriva a "L'imbarazzante piacere del TuttoTondo", con la frase conclusiva di Letizia che - parafraso - dice qualcosa del tipo:
"Grazie al cielo. A questo punto anche se l'avessi chiamata CaccaPupù, ti avrei detto ok."
Ma sto divagando.
Mentre aspettiamo un responso (che, ve lo anticipo, non arriva) dal pubblico di EFP, Letizia mi racconta un po' del sito, della sua esperienza e di come crede funzionino le cose: se non scrivi roba rossa e non sei famosa, non ti si cagano in molti.
Ah, ottimo. La roba zozza a me imbarazza anche solo leggerla. E non sapevo che si diventasse famosi nel sito. Nei siti dove stavo io non c'erano grandi differenze.
Poi il lettore è pigro: questo lo confermo anche in qualità di lettrice (più che pigra, lenta e smemorina, ma prima o poi a lasciare una recensione ci arrivo anche io).
E la recensione non è un obbligo, me lo devo mettere in testa: eppure ci spero. Spero che quello "0" diventi un "2", magari pure un "4"... Inutile negarlo: se posti online una storia speri in un riscontro e, in tutta onestà, penso che chi sostiene il contrario tenda a essere un po' bugiardello.
Si scrive per se stessi? Verissimo.
Ma se lo pubblichi online, sottoponendolo al giudizio altrui, un motivo c'è. Se arrivi a mostrare a degli sconosciuti il prodotto del tuo lavoro è perché speri (in qualche misura) nell'approvazione: diversamente, non vi era ragione alcuna per metterlo online.
Mi rendo conto che la mia sia una specie di provocazione, ma troppo spesso ho letto di gente che millantava di fregarsene del riscontro col lettore e di pubblicare solo per se stesso: se c'è qualcuno che riesce a spiegarmi perché la mia opinione è errata, sono prontissima a essere sbugiardata. Diversamente, resto convinta che per scrivere per il piacere di farlo, non sia necessario pubblicare online qualcosa. Anzi.
Pubblicarlo ti pone sotto pressione, spesso ti toglie il piacere di farlo.
Ma andiamo oltre.
Che succede col vecchio TuttoTondo? Nulla degno di nota: qualche seguito, qualche preferito, nessuna recensione.
Ma sono all'inzio, le pagine nella sezione Romantica volano alla velocità con cui il mio cane fagocita la cena, la concorrenza è alta e MedOrMad non la conosce nessuno (non sto affermando che ora mi conoscono. Solo che, ai tempi, conoscevo solo Letizia e Claudia).
Posto il secondo capitolo; arriva qualche recensione. Di cui una della Beta; era, chiaramente un incoraggiamento... e mi ha fatto un gran bene.
Via di terzo, quarto, ecc... La vita di TuttoTondo prosegue serena: sottotono, non certo famosa, ma vive e respira. C'è qualche lettore che la segue e qualcuno che mi dice la sua.
Nel frattempo io approdo su FB: vagando nel sito vedo che un sacco di autrici hanno un profilo EFP su Facebook e così rispolvero il mio.
Essenzialmente perché non mi va di condividere con la gente della mia vita vera la mia attività di scribacchina: non so bene che funzione possa avere, ma lo faccio.
Nel frattempo leggo fanfiction delle mie coppie di telefilm preferite, come facevo sui siti inglesi... ne trovo di molto belle e dico la mia. Aggiungo un po' di persone tra le amicizie, molte me le consiglia con insistenza FB, e continuo a lavorare su TuttoTondo con Letizia.
Le sue domande mi stimolano, le sue riflessioni sulle dinamiche del sito mi rincuorano e le recensioni che ricevo hanno un effetto rivitalizzante sulla mia ispirazione e sulla velocità con cui nuovi capitoli diventano pronti per la pubblicazione.
Ora, senza entrare nel dettaglio capitolo per capitolo - se no non ne veniamo più fuori - piano piano la mia storia conduce una piccola e pacifica esistenza: conosco alcune delle ragazze che leggono la mia storia e il loro entusiasmo mi aiuta incredibilmente.
Tra una cosa e l'altra, apro un gruppo su FB e lì il confronto con le utenti diventa più immediato: ogni parere conta e trovo persone fantastiche che lì scherzano con me e vivono la quotidianità... non solo in relazione a TuttoTondo.
Vi starete chiedendo dove voglio andare a parare. In realtà da nessuna parte: questa è solo la storia di come il mio racconto è tornato in vita.
E allora perché si chiama "effetto recensione"? Perché senza le recensioni, forse, le mie insicurezze avrebbero avuto la meglio? Può darsi. Perché se alcune delle lettrici non avessero detto la loro non avrei conosciuto le mie adorate TuttoTondine? Assolutamente.
Perché credo che se qualcuno fa qualcosa di buono, sia giusto farglielo sapere?
Perché le recensioni hanno contribuito a non farmi abbandonare ancora una volta la mia storia? Perché i commenti mi hanno spinto a cercare di dare il meglio e di essere più oculata nel mio racconto? Sì, sì, mille volte sì.
C'è una ragazza in TuttoTondo che ha più volte palesato il suo odio per Alex... o meglio, il suo disprezzo per aver avuto l'ardire di far sapere a Med che ha il culo grosso. Non dirò il nick di questa ragazza, ma ammetterò che la sua disapprovazione per questo aspetto di Alex è uno stimolo costante: una sfida a farglielo conoscere il più possibile. A farle scoprire tutte le sfaccettature del cafone che apostrofa il sedere di una ragazza.
Spesso sto lì a pensare a chi è Alex e agli aspetti su cui devo lavorare per farlo capire fino in fondo anche a lei. Magari non le piacerà mai ma, se non mi avesse detto la sua, forse sarei rimasta più in superficie; possibilmente non avrei indagato più accuratamente la sua personalità per capire cosa c'era di più oltre all'irriverenza e al poco tatto.
È nel confronto con chi legge che capisco dove faccio bene e dove no.
Poi magari esagero a mettermi in discussione e mi faccio delle pippe infinite, ma va bene lo stesso: almeno mi chiedo se sono riuscita a fare ciò che mi ero prefissata.
C'è una cosa in particolare che per me, nella revisione della storia, è stata un ostacolo: le scene di intimità.
Per molte autrici queste sono un punto di forza; ecco, per me sono pura crisi.
Forse dipende anche dal fatto che non ne leggo mai... O dalla possibilità che si rischia sempre di scadere nel volgare e nello squallore.
Non sono una bigotta, ma inorridisco di fronte al sesso reso esplicito a parole.
Inutile dire che le scene della versione precedente erano pietose: capirete che quando mi sono trovata di fronte alla sfida di raccontare l'intimità dei personaggi, ho rischiato l'embolo.
Ho postato il capitolo col cuore in gola: sottoporre il mio tentativo all'attenzione di chi, immagino, abbia letto scene simili scritte con i sacri crismi, mi ha particamente paralizzata.
Non vi dico, poi, il panico quando vedevo le visite aumentare ma nessun parere arrivare; ho trascorso un pomeriggio a meledirmi per essere stata così cretina da uscire dalla mia comfort zone. Per aver rischiato.
Premetto che più tardi ragazze che mi hanno fatto sapere cosa pensavano di quel capitolo ce ne sono state - e, per quanto demenziale, le loro parole mi hanno inondato il cuore come non so spiegare.
Ma quelle ore mi hanno portata a ciò di cui parlerò nel prossimo post: l'effetto silenzio.
Per concludere, tutto sto fiume di parole per dire che forse la recensione non è essenziale e certamente non è dovuta, ma ha avuto un ruolo nella sorte di "My way" come in quella di "TuttoTondo".
Cinque anni fa mi sono lasciata abbattere e ho permesso alla mia inerzia di avere la meglio, nonostante tutto.
Oggi, quando tendo a relegare TuttoTondo in un angolo, la consapevolezza che c'è chi aspetta di sapere cosa succede nella vita di Med, mi aiuta a tornare alla mia storia: non fraintendetemi, so bene che questo non è motivo di vanto... Insomma, dovrei farmi forza da sola e qualche persona che mi seguiva c'era anche con My Way.
Ma il confronto è fonte di stimolo, di autocritica e di analisi: so che devo un finale alla mia storia, come gleilo dovevo ai tempi. Però oggi so che - da qualche parte nell'etere - c'è un gruppo di ragazze che capisce Med e che aspetta di vedere se io sono in grado di accompagnarla fino alla parola "fine".
Dovrei vergognarmi di questo? Di non trovare la motivazione solo in me stessa? Non vedo perché: quando mi sono messa a scrivere questa storia volevo parlare di una persona plausibile, con conflitti tangibili e che desse voce a persone che si rivedevano in lei. Oggi so che qualche fanciulla c'è, che mi spiega i come e i perché... E raccontare di Med non è più solo un dovere verso di lei... È cercare di dare voce anche ad altre.
La motivazione si trova in se stessi, è vero. Ma condividerla con qualcuno le conferisce tutto un altro sapore.
Quindi, grazie a tutte quelle che leggono o commentano la storia: se non fa la fine di My way è anche grazie a voi.
MedOrMad
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