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martedì 31 dicembre 2013

L'infettiva arte della pettegola (reale e virtuale)

Postilla Iniziale: ho appena trovato questo post nelle bozze. Non ho idea di quando l'ho scritto ed è inutilmente lungo, ma ha un suo perché. Giousto qualche sera fa mi sono ritrovata a discutere delle pettegole e dei danni che possono fare. Ergo, senza troppi indugi, visto che il blog è mio, lo piazzo.
Alla fine questo vale nella vita reale quanto in quella virtuale: anzi, forse nella seconda ancora di più. Nel mio poco tempo su Efp ho visto le pettegole e le cattive fare eccissivi danni con le loro linguette velenose e il loro troppo tempo libero. No, non ne conosco nessuna e non sono mai stata vittima del maleficio pettegolezzo, ma se hanno creato ben due pagine FB con l'unico scopo di spettegolare, significa che il signor Efp non è immune dagli esemplari "pettegola".


Una volta, avrò avuto sì e no quindici anni, a tavola con la mia famiglia si parlava delle pettegole: sapete, le pettegole ci sono da tutte le parte, in tutte le salse, più o meno "allo scoperto".
La pettegola ha un sacco di sfaccettature e, in genere, non si sente tale.
Ricordo che a 5 anni mia madre mi ha spiegato perché essere pettegola fosse un male; usando parole mie (quindi più colorite), essenzialmente per sei ragioni:

1) Nella vita bisogna imparare a farsi i cazzi propri e a non esprimere pareri non richiesti... soprattutto su qualcosa che non giunge a noi dal diretto interessato.
2) Le pettegole stanno sulle balle a tutti: nel caso non fosse noto, se una persona ti trova a parlare degli affaracci suoi, ti reputerà - a ragione - una merda.
3) La pettegola ha una fervida immaginazione e modifica i fatti in favore della drammaticità.
4) A parlare male - raramente il pettegolezzo è positivo... perché le cose buone non sono "succose" - si fa presto... Non si inserisce il cervello e questo è sintomo di stupidità.
5) Non si è nessuno per giudicare.
6) La più scontata delle cose: si feriscono gli altri.

E allora, direte voi, non posso avere un'opinione?
La questione può essere sibillina: un'opinione è sempre bene averla, ma solo i cretini se la formano in base a ciò che dicono gli altri.
Ma quando il confronto su qualcosa diventa pettegolezzo? È banale: quando si parla male di qualcuno.
E più nello specifico, quando si interpreta volutamente la realtà per adattarla alla propria "cattiva fede".
Sì, perché la pettegola è di base cattiva e si sente incredibilmente superiore, sia dal punto di vista morale che da quello culturale. Il che mostra la sua povertà d'animo e etica, se la vogliamo dire tutta... ma questa è solo un'opinione personale.

Facciamo un esempio concreto: come so se sono una pettegola?
La risposta più banale è: se parli male di qualcuno, stai spettegolando. Ma è anche abbastanza riduttiva. Io posso parlare male di qualcosa o di chi mi ha arrecato un danno. Quelli sono fatti. E lì ci sta.
Ma il pettegolezzo è una sorta di organizzazione: la pettegola non agisce mai da sola... Quando è in gruppo riesce a dare il meglio di sé.

Two gust is megl' che one.

Il pettegolezzo si traduce, in termini moderni, in una parola: sputtanamento.
Dunque, per tornare al nostro esempio, facciamo finta che siamo seduti con un gruppo di soggetti e, dal nulla, qualcuno nomina un individuo non presente e parte con una serie di considerazioni sul suddetto: sta esprimendo la propria opinione? Possibile.
Quando, però, la sua analisi diventa un'opera di convincimento che il povero assente è degno di giudizio negativo - condito con racconti di avventimenti di cui noi nulla sappiamo - dobbiamo stare sull'attenti: ci stiamo inavvertitamente inoltrando nel territorio dello sputtanamento.

Illazioni. Pure illazioni. Accuse tendenziose che, dalla bocca della pettegola, si stanno traducendo in realtà. Ecco, lì state in campana: vi stanno trascinando nel campo minato del pettegolezzo.

Fingiamo che voi, di quel povero individuo, abbiate un'opinione neutra/positiva, nata da ciò che voi avete in prima persona constatato: lentamente, ascoltando le parole della pettegola, la vosta idea vira verso il disprezzo... verso lidi negativi. Cosa sta succedendo?
Niente di strano: state facendo diventare il pettegolezzo fonte attendibile per influenzare la vostra opinione (che, è doveroso dirlo, capita pure alla sottoscritta).
 E lì, amici miei, siete nei guai: sì, perché se ve ne chiamate fuori, la pettegola vi additerà come altezzosi, accusandovi di essere persone spregevoli che si sentono superiori. Oppure porterà la collettività a reputarvi "dalla parte dello spettegolato" e verrete associati ai fatti, diventando voi stessi oggetto di spettegolamento.
 Se, invece, scegliete di dare credito alle parole della pettegola, mi dispiace diverlo, salvate la faccia col circolo delle arpie, ma ne diventate anche parte.

Che fare, allora?
Più che altro mi sentirei di chiedere a voi che cosa fareste, ma vi dirò cosa cerco di fare io. Non sempre ci riesco, ma in genere ci provo.
Dipendentemente dall'umore (io, di norma, sono una persona polemica) o sto zitta e compatisco le arpie - cosa che diventa evidente sul mio viso - oppure dico la mia: stai dicendo una cazzata? Se lo penso, te lo dico.
Non so di cosa stai parlando? Dico anche quello: la tua parola non mi basta.
Fatti, non pugnette.
A me piace tantissimo dire quello che ho potuto evincere da ciò che sperimentato io: quindi, relativizzo con un sano "Secondo me..." e col "Non saprei, per quello che ho potuto capire io..."
 E questo la pettegola lo odia: la pettegola non si contraddice. Mai. Quando lo fai, sei bollato.
A me garba tantissimo essere bollata: dalla pettegola in particolare.
 Poi, se possibile, chiedo prove: sono come San Tommaso... le chiecchiere non mi sono mai bastate.
 Se la pettegola è in grado di avvalorare la propria tesi con evidenze, le concedo il beneficio del dubbio e - in base a ciò che vedo - posso cambiare idea. Prendendo tutto con le pinze, però.
Stiamo sempre parlando di una pettegola.
Sappiate, però, che nel momento in cui esternate la vostra opinione - mutata o meno - le conseguenze saranno, nell'ordine:

- Diventate da sputtanare... possibilmente con un circolo più ampio di pettegole, perché siete stronzi.
- Ripudiate: tutto quello che farete sarà da disprezzare.
- Da spiare: in attesa di una mossa falsa, la pettegola vi starà con i fiato sul collo.
- Da colpire: la pettegola non si tira mai indietro. Odia con ardore. Aspetta nell'ombra e, quando è pronta, colpisce... Da più direzione (insieme al suo esercito). E lo fa dicendovi quando lei è migliore di voi.
- Chiaramente da emarginare.
- Da screditare: se lei pensa che le abbiate fatto un torto (o lo abbiate fatto al suo secondo in comando), potete anche averle donato un rene in passato. Fa niente: voi dovete essere affondate.

Quindi, il lusso di avere un'opinione non ce l'abbiamo? Magari qualcuno sta pensando che le mie argomentazioni siano troppo rigide: così qualunque cosa può essere pettegolezzo.

La verità? La risposta è sì. L'importante è sapere quando la nostra opinione è nostra e non infettata dal punto di vista di un altro. Atteniamoci a ciò che vediamo, sappiamo e viviamo noi e avere un'opinione non sarà un male. Le idee per imposta persona lasciamole alle pettegole.
Io sono immune al pettegolezzo? Ma assolutamente no: sono umana, mica santa. Nella vita tutti abbiamo fatto gli impiccioni prima o poi: sono stata anche io seduta ad un tavolo ad ascoltare gossip... Non sono senza macchia!
 La differenza tra chi ha un'opinione negativa e la pettegola è semplicissima: la pettegola non è pronta a cambiarla. Chi crede di sapere ma è disposto a essere sbugiardato, chi è aperto all'idea di aver giudicato male, chi non si ritiene "dalla parte della ragione" a prescindere... quello non è un pettegolo. È solo uno che ha un parere negativo su qualcosa che ha sperimentato; quello non è certo un crimine.

Ma la pettegola non cambia. Non si pente. Non perdona.
La pettegola infetta col suo veleno e manipola. Punto.
Ah, e la pettegola non sa cosa sia la riservatezza: l'avete infastidita? Bon, siete fottuti: lei non risolverà la questione solo con voi... lei troverà il modo di infamarvi all'esterno, di mettere voi in cattiva luce.
Neppure se la parte lesa eravate voi, eh. Niente da fare: la manipolatrice saprà come fare la vittima e farvi passare per cerbero. E la pettegola per osmosi (quella che si fa influenza dalla pettegola d'origine) vi odierà con la stessa potenza. Ma quella è, forse, ancora più stronza.

Ma ci sono due condizioni che devono essere costantemente rispettate: poco da girarci intorno, se c'è cattiveria, c'è sputtanamento. E proprio perché di santi non ce ne sono, il diritto di parlare male senza prove, non ce l'ha nessuno. Neanche io. Manco voi.
Quindi, concedetevi il lusso di un'opinione fondata su esperienze personali, non sull'astio raccontato da altri: se una persona non la conoscete, non fatevi bastare i racconti di altri per giudicarla incompatibile con voi o indegna della vostra attenzione. Sentite sempre le due campane, se vi interessa avere un'opinione su qualcosa o su qualcuno.
Cercate di ricordare che di verità assolute non ce ne sono e che l'unico modo per avere un'opinione "autentica" è il confronto. Col diretto interessato, non con la pettegola, si intende.

Con le premesse, andate per il mondo in libertà, siate curiosi (curiosi, non impiccioni!) e concedetevi i lussi che volete... nella misura in cui non ledono e non fottono gli altri.




NB: se vi state chiedendo chi sono io per fare filippiche sulla cosa, la risposta è: nessuno... solo una che, quando si rende conto di avere qualcuno degli atteggiamenti sopra descritti, si fa schifo e cerca di ricordarsene. Se è un post anche di autocritica? Lo è moltissimo: provo a parlare di ciò che vedo, so e di dove sbaglio... Non dovete essere per forza d'accordo con me: questa è la MIA visione del pettegolo... qualcuno lo può idolatrare, be my guest.

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